Distanziamento, isolamento e solitudine sono parole che ho sentito evocare spesso in questo periodo di pandemia.
Sono i modi con cui le persone si raccontano, parlano di loro, dichiarano i loro problemi e dicono come stanno cambiando i rapporti con l’altro oggi.
Sono parole che fanno sentire soli. Che necessitano il porsi domande e comprendere in che modo sono in rapporto con la nostra esperienza e i nostri vissuti.
Sono parole che se inserite in questo momento storico ci dicono qualcosa di come e dove stiamo.

Identità tra Social e Web. Cosa scelgo di rappresentare
Assistiamo oggi al proliferare di nuovi codici sociali all’interno del mondo web e dei social, che influenzano le nostre relazioni e il nostro comportamento sia nel mondo del web che quello al di fuori.
Siamo costantemente immersi nella cultura dei like, della reputazione online, della fake identity, dei follower, degli hashtag e dei selfie.
A gran velocità ci siamo ritrovati a muoverci nella nostra quotidianità seguendo nuovi organizzatori della relazione sociale. Sembrerebbe fantascientifico, come lo fu nel 1977 il primo capitolo della saga cinematografica Guerre Stellari, ma le regole che governano il cyberspazio hanno invaso il nostro mondo, non più per la lotta tra il bene e il male, ma tra il vero e il falso.
C’è chi li ama, c’è chi li odia, ma ai social nessuno resta indifferente.

Bambini Mascheriamoci! Il gioco simbolico e l’uso del travestimento nell’infanzia
Febbraio, mese freddo, mese corto, che sembra passare in un lampo, lasciandosi dietro qualche giornata di sole e un tappeto di briciole di carta: i coriandoli.
Sui marciapiedi, nei parchi, davanti alle scuole e nelle piazze si continuano a trovare per mesi, fino quasi all’estate questi trucioli colorati tondi o elicoidali che ci riportano alla mente bambini travestiti da pirati, principesse e maghi che corrono sotto una pioggia di carta colorata.
Il carnevale ogni anno propone, soprattutto ai più piccoli, il tema della maschera e la domanda dei grandi: da cosa ti vuoi mascherare?