Sessualità, via regia

Ho appreso con un certo sconcerto la storia di diversi percorsi analitici di colleghi e amici, magari anche lunghi nel tempo, dove non è stata fatta menzione della sessualità. Contro ogni stereotipo sulla psicoanalisi che la vuole erroneamente pansessualista, questi racconti parlano di un’esperienza di rimozione importante di questo aspetto della vita dalla relazione terapeutica. Condivido l’ipotesi e la metodologia secondo la quale si lavora sempre su ciò che porta in colloquio chi decide di lavorare con me e non su ciò che qualche teoria reputa importante esplorare a prescindere dalla relazione che si va organizzando. Fin dai primi colloqui vale la pena ascoltare e farsi orientare dall’altro, lontano da qualunque logica anamnestica, nell’ipotesi che lui/lei sappia più di chiunque altro perché è lì davanti a te.

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Trasgressione è quando

Quando parliamo di trasgressione la prima posizione che si può assumere è quella di contestualizzarla all’epoca, alla società e alla cultura in cui viene pensata.
Al nostro tempo, il concetto di trasgressione sembra aver perso qualsiasi connotato negativo e, talvolta, di aver perso del tutto interesse. Non vi è trasgressione che non sia già stata agita e sperimentata.
La trasgressione puó custodire in sé la nostalgia di un passato in cui agirla ha significato sentirsi liberi di sovvertire e costruire nuovi modi per esprimersi.
Ho voluto trattare il tema della trasgressione perché incuriosita da alcuni stimoli che, messi insieme, mi hanno permesso di rintracciare questioni all’interno del mio lavoro come terapista

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Quale Sessualità

“Si deve ammettere che hanno ragione i poeti di scrivere di persone che amano senza sapere, o che sono incerte se amano, o che pensano di odiare quando effettivamente amano. Sembra, quindi, che le informazioni ricevute dalla nostra coscienza che riguardano la vita erotica siano particolarmente soggette all’incompletezza, lacunose o false”. S.Freud

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